Inquietante episodio alla scuola media di Santo Stefano al Mare, dove un dodicenne straniero è stato affrontato da quattro compagni italiani per difendere l’”onore” di una coetanea cui faceva la corte, ma il ragazzino straniero ha estratto un coltello e la vicenda si è conclusa con l’intervento dei carabinieri e cinque denunce alla procura dei minori.
L’episodio è avvenuto venerdì scorso, quando il dodicenne, di nazionalità straniera, ha avvicinato una sua compagna di scuola, italiana, chiedendole di diventare la sua fidanzatina. La reazione della ragazzina non è stata evidentemente quella attesa. Forse, assieme al rifiuto, ha detto qualche parola di troppo. Magari arrivando a schernire l’aspirante fidanzatino, facendo leva sulle sue insicurezze di straniero. Lui non ha preso bene il “no”, ed è passato agli insulti e alle minacce, per poi allontanarsi furibondo. Poteva finire lì, con la ragazzina in lacrime per gli insulti e il ragazzino arrabbiato per essere stato respinto e deriso. Ma la dodicenne ha trovato conforto in alcuni compagni di scuola, ai quali ha raccontato tutto. Con il coraggio del gruppo, che rende forti e sicuri anche i più timidi, si è formato a poco a poco il progetto di organizzare una spedizione punitiva contro lo straniero. «Gliela facciamo pagare noi, non ti preoccupare, non si avvicinerà mai più a te».
Dopo la scuola, si sono ritrovati in cinque, con l’intenzione di salvare l’onore dell’amica «da quell’immigrato». Trovare dei bastoni è stato semplice, altrettanto incamminarsi verso la casa del dodicenne, una piccola scorta armata pronta «a dimostrare a quello come ci si comporta». E lei dietro il gruppo, magari per vedere con i propri occhi «quello» chiedere perdono. Dopo aver suonato il citofono dell’abitazione, i cinque hanno intimato al ragazzino di scendere. Lui si è affacciato alla finestra, ha contato i rivali, li ha per così dire “misurati”, poi ha raggiunto la strada. A testa alta, fiero, per non fare vedere di avere paura. Quando il gruppetto si è avvicinato, ha tirato fuori un coltello. Ci è voluto solo un attimo prima che i dodicenni fuggissero a gambe levate, lasciando la loro “principessa” e il loro regno alla mercé dello straniero. Lei non ha mosso un passo, non ne ha avuto il tempo, lo sguardo attirato solo dalla lame lucente, le gambe improvvisamente molli per la paura. Chissà che cosa avrà pensato in quegli istanti. Prima di essere lasciata libera, avrebbe subìto almeno una minaccia di morte. Parole, forse pronunciate senza rendersi veramente conto del loro senso, ma che sulla ragazzina hanno avuto un effetto devastante. Ancora lacrime, ancora paura, più di prima. Al punto che nascondere una cosa simile a papà e mamma è stato impossibile.
I genitori della dodicenne, una volta ascoltato il racconto della figlia, non hanno avuto un attimo di esitazione, e sono andati a riferire tutto ai carabinieri. Il compito dell’Arma si è fermato con la segnalazione, i ragazzini, avendo meno di 14 anni, non possono essere perseguiti per i reati che il loro comportamento farebbe automaticamente scattare. Ora sarà dovere degli educatori, degli insegnanti, delle famiglie, intervenire per far comprendere ai ragazzini che cosa hanno fatto veramente, la gravità di quelle minacce con il coltello da un lato e della rappresaglia con i bastoni, organizzata “per fare giustizia”, dall’altro. Perché tutto finisca così.
Fonte Il Secolo XIX
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