Un dipendente comunale nell’occhio del ciclone e sottoposto ad una vera e propria “gogna mediatica” per aver utilizzato lo scooter del Comune, mentre i politici che ricevono regalie di ben altro genere mantengono saldamente i loro posti di potere!
Stessi pesi e stesse misure tra la gente comune e la classe politica?
Mentre infuria la bufera su sprechi e furberie a Palazzo Bellevue, e la procura indaga per i reati di truffa e peculato (su uso improprio del parco mezzi, presunte “creste” sugli acquisti di benzina, lavori dal costo sovradimensionato) dopo il dossier trasmesso dal sindaco Maurizio Zoccarato, l’assessore all’ambiente Antonio Fera non si sottrae a una domanda su quella che è stata presentata come l’immagine-simbolo di un certo andazzo: lo scooter del Comune guidato da un dipendente , non per motivi di servizio, accompagnato dalla sua compagna (anche lei impiegata a Palazzo Bellevue) e diretto, a quanto è stato fatto trapelare, al mare.
Quel dipendente adesso si sente nell’occhio del ciclone, allo stesso assessore ha confidato tutto il suo disagio. E Fera spende più di una parola in suo sostegno: «A quanto ne so, l’immagine si riferisce ai difficili giorni dell’emergenza-fogne, quando non c’erano orari. Lui sicuramente ha sbagliato a spostarsi con lo scooter di servizio e a far salire la sua compagna, e per questo è giusto che venga richiamato. Ma non mi risulta che andasse al mare, non è giusto che subisca un processo in piazza o chissà quali sospetti: ripeto, è una persona seria e responsabile, di cui il mio ufficio mai ha dovuto lamentarsi».
Fonte Il Secolo XIX
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