Consistente il fascicolo per truffa e peculato aperto dalla procura sanremese, che vedrebbe il coinvolgimento di quaranta dipendenti comunali, con alcune posizioni già iscritte a registro e altre ancora in fase di accertamento preliminare.
Sulla base delle ultime acquisizioni documentali, effettuate alla fine di luglio, le fiamme gialle avrebbero raccolto una serie di elementi indiziari che fanno pensare a un’attività di commercio clandestino soprattutto di gasolio.
Migliaia di litri di carburante che attraverso percorsi in parte già smascherati sarebbero stati venduti a prezzi di favore a ditte private.
Da quanto sembra emergere dagli accertamenti, la vicenda dell’uso improprio del parco mezzi e del carburante, sarebbero soltanto la punta dell’iceberg.
Una delle tranche d’indagine chiama in causa, ad esempio, la sistematica sostituzione di caldaie in perfetto stato di funzionamento, ma che nelle relazioni di servizio venivano considerate «non riparabili».
Piccoli impianti, ma anche apparecchiature industriali dai costi importanti e destinate a edifici di grosse dimensioni quali scuole, palestre e uffici comunali distaccati.
Il sospetto è che qualcuno a Palazzo Bellevue avesse un filo diretto con alcune aziende fornitrici e che godesse di un tornaconto.
E a proposito di spese inutili, dalle carte è spuntata una pratica che gli amministratori comunali definiscono «esemplare».
L’episodio risale a tre mesi fa. A una riunione di giunta viene sottoposta all’esame di sindaco e assessori una delibera che riguarda un improrogabile intervento di manutenzione al cimitero dell’Armea.
La relazione parla di una tettoia pericolante che rischia di abbattersi sui visitatori.
Spesa prevista, 72 mila euro.
Gli assessori stoppano la pratica e il giorno successivo effettuano un sopralluogo per scoprire che la soletta di cemento armato è in perfetto stato di conservazione.
E con qualche colpo di cazzuola (pare ad opera dell’assessore Fera) i calcinacci vengono rimossi.
Fonte Il Secolo XIX
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