La scelta di Sanremo Promotion” di affidare alla “LM Production” la campagna promozionale “Le pupe e il secchiello”, spendendo 100 mila euro, ha meritato l’attenzione, innanzitutto, della magistratura amministrativa, cui la minoranza annuncia l’intenzione di rivolgersi.
Dopo l’interpellanza con la quale si chiede al sindaco Maurizio Zoccarato di illustrare tutti i dettagli della pratica, l’opposizione rilancia.
Nel mirino ci sono le dichiarazioni di Lele Mora, l’agente dei Vip la cui figlia, Diana, è presidente della “LM Production”, mentre l’altro figlio, Mirko, è consigliere della stessa società.
Nell’interpellanza si chiedeva come fosse stato possibile affidare un incarico così importante e costoso a una società che fa capo alla “LM Management”, dichiarata fallita a fronte di un passivo di 17 milioni di euro.
Non solo: se la “LM Production” è composta al 50 per cento dalla lussemburghese “Feva Investiment”, socia a sua volta della “LM Management” di Mora padre, l’altra metà appartiene a Andrea Carboni, figlio di Flavio, il faccendiere condannato per il fallimento del Banco Ambrosiano, e oggi indagato nell’inchiesta sulla costituzione della cosiddetta “loggia P3”.
In proposito Lele Mora ha ammesso la sua partecipazione nella “LM Production”, spiegando però che Carboni non ne è più socio.
Pur comparendo ancora nella visura camerale.
Fonte Il Secolo XIX
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