E’ alle spalle dell’ospedale ed è raggiungibile solo a piedi al termine di una lunga e ripida salita. L’unica alternativa è il taxi, ma la maggior parte dei pazienti non se lo può permettere.
Quando si arriva alla fine della salita il respiro è spezzato, anche se non si è anziani e malati. E allora ci si chiede come sia possibile che un ambulatorio destinato a chi ha soprattutto problemi di cuore e di circolazione si trovi ai “confini” dell’ospedale Borea, raggiungibile solo a piedi o, se una persona se lo può permettere, in taxi, o ancora, se fortunati, accompagnati da un familiare, disposto poi ad attendere pazientemente in auto - in sosta vietata - all’esterno.
Per la maggior parte dei pazienti dell’ambulatorio per la terapia anticoagulante orale, o Tao, ogni visita si trasforma in una odissea, che inizia proprio con il “viaggio”, appunto, per raggiungere il padiglione “Giannoni”. Il parcheggio più vicino è quello affidato all’Anfas, a lato dell’ospedale, che però è insufficiente già per le necessità dello stesso Borea. Idem l’area di sosta sotto il padiglione “Nuovo Castillo”. Ma se anche un paziente fosse così fortunato a trovare uno spazio per la propria auto al parcheggio Anfas, prima di arrivare al Tao deve affrontare alcune centinaia di metri in salita, con una pendenza degna di una tappa di montagna del Giro D’Italia. Lo stesso inconveniente lo vive chi si affida ai mezzi pubblici, con la differenza che, a seconda della zona della città in cui abita, potrebbe rischiare di doverne prendere almeno due. Con il ritorno, fanno quattro.
Una volta davanti all’ambulatorio, i guai non sono finiti. Perché l’attesa viene regolamentata da un distributore di numeri, senza che vi sia un display che annunci a chi tocchi. Risultato, ogni mattina nascono accese dispute, perché i pazienti devono confrontarsi per conoscere il numero in loro possesso. Non solo: per il timore di essere “sorpassati”, molti utenti del Tao finiscono per stare in piedi davanti alla porta dell’ambulatorio, creando maggiore confusione e stancandosi, considerando che, come già detto, si tratta per lo più di persone anziane, o comunque con problemi di salute.
Non è finita: sempre per la carenza di parcheggi e le difficoltà nel raggiungere il Tao, quasi tutti i pazienti sono costretti a trascorrere al “Giannoni” l’intera mattinata - nei casi più seri per tre volte alla settimana - per attendere il responso dell’esame e ottenere la necessaria terapia, comunicati dalle 3 alle 4 ore dopo il prelievo. Anche in questo caso “vince” chi è più fortunato, ossia chi ha un fax a casa, al quale viene inviata la diagnosi e la conseguente terapia , o chi si riesce ad accordarsi con una farmacia,che metta a disposizione il proprio fax. Tutti i pazienti hanno solo un desiderio: che il Tao venga spostato in centro, mettendo fine alla loro settimanale odissea in corriera, auto e a piedi, alle code “selvagge” e alle mattinate perse, perché magari, in attesa del responso, si potrebbe anche fare la spesa. «Siamo consapevoli dei disagi dei pazienti del Tao - dicono all’Asl 1 Imperiese - e ci stiamo adoperando per trovare una soluzione che consenta di decongestionare l’ambulatorio al “Giannoni” e migliorare la vita dei pazienti». Sui tempi dell’intervento, però, l’Asl non è in grado al momento di fornire indicazioni. E i pazienti del Tao, per ora, devono continuare a mettersi in viaggio (da IL SECOLO XIX.it).
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